Il calcolo della rendita catastale di un immobile è un parametro fondamentale per ottenere il valore di reddito che l’Agenzia delle Entrate attribuisce a un determinato bene.
Scopriamo tutto quello che c’è da sapere al riguardo.
Il calcolo della rendita catastale non coincide con il prezzo di vendita e può essere importante anche per il calcolo valore immobile per successione.
Il calcolo della rendita catastale gratis si ottiene collegandosi telematicamente al sito dell’Agenzia delle Entrate.
Che cosa è la rendita catastale di un immobile?
Se ti stai chiedendo la rendita catastale come si calcola è meglio andare per gradi, partendo dalla definizioni fornita dalla normativa a riguardo che la individua come
“la rendita lorda media ordinaria ritraibile previa detrazione delle spese di riparazione, manutenzione e di ogni altra spesa o perdita eventuale”.
In sostanza, la rendita catastale è il valore attribuito per calcoli fiscali a qualsiasi immobile in grado di generare o produrre reddito.
Come calcolare la rendita catastale
Il calcolo della rendita catastale, per la maggior parte degli immobili, si ottiene moltiplicando la consistenza dell’unità immobiliare per il valore riportato nelle tariffe di estimo. In sintesi,
la rendita catastale si definisce sulla base di due parametri:
- la dimensione dell’immobile(espressa in vani catastali, metri cubi o metri quadri, a seconda della categoria catastale di appartenenza dell’immobile in oggetto);
- un valore numerico elaborato dall’Agenzia delle Entrate del Territorio, che varia in base alla zona in cui è situato l’immobile e alla sua destinazione d’uso.
Le categorie catastali
Ai fini del calcolo della rendita castale, quindi, è fondamentale conoscere la categoria catastale di riferimento di un immobile,
in base alla quale variano i parametri necessari per effettuare il calcolo.
gruppo A: immobili a uso abitazione o uffici per i quali la consistenza catastale viene calcolata in vani.
Alla categoria catastale a appartengono tutte le abitazioni, divise in sottogruppi (da A/1 ad A/8 e A/11), in base alla loro definizione specifica;
- gruppo B: per alloggi collettivi, la cui consistenza catastale viene calcolata in metri cubi;
- gruppo C: immobili a uso vario (ad esempio box o posti auto, categorizzati nel sottogruppo C/6) e commerciale, la cui consistenza catastale è calcolata in metri quadri;
- gruppo D: alberghi, cinema, teatri, fabbricati rurali e altri immobili a fine di lucro raccolti in dieci sottocategorie. La rendita in questo caso viene stabilita in base a una stima diretta;
- Gruppo E e F: beni a destinazione particolare di uso pubblico (dalle stazioni ai cimiteri, passando per i semafori) e le entità urbane.
È la stessa Agenzia delle Entrate che si occupa di determinare la tariffa d’estimo unitaria,
che rappresenta la rendita catastale media unitaria di ogni categoria e classe.
La tariffa d’estimo, quindi, esprime il reddito del bene immobile,
al netto delle eventuali perdite, delle spese e al lordo di contributi e imposte dovute.
Come si calcola il valore catastale?
Il valore catastale si ottiene moltiplicando la rendita catastale (indicata nella visura)
rivalutata del 5% per un determinato coefficiente stabilito per legge e variabile in base alla categoria catastale dello stesso immobile.
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